Il mondo del lavoro è in fermento continuo. Gli ultimi anni hanno visto numerosi cambiamenti tecnologici e sociali che hanno portato le persone a scegliere con più cura il tipo di lavoro da svolgere e a mettere al primo posto il loro benessere psicofisico. Riconoscere questo cambio di rotta è l’unico modo per le aziende di essere attrattive e di favorire un ambiente di lavoro sano. Come possono farlo e quali sono gli elementi che devono tenere in considerazione?
La ricerca del benessere in risposta alla pandemia
La pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere, in particolare per quanto riguarda il lavoro.
Le esigenze delle persone dopo il lockdown sono cambiate e oggi non esiste più la concezione del vivere per lavorare.
Le persone mettono ai primi posti il loro benessere, la qualità della vita e il tempo per sé, e sono disposte a dare le dimissioni e cercare un nuovo posto di lavoro per ottenerli.
La vera rivoluzione, inoltre, sta nel fatto che non sono solo le nuove generazioni a essere protagoniste di questo cambiamento: in Italia sono stati principalmente gli over 50, in particolare gli uomini, a dare le dimissioni alla ricerca di condizioni lavorative migliori.
Cosa cercano i collaboratori?
I fattori che influenzano i collaboratori nella scelta delle aziende con cui lavorare sono molteplici.
Le persone preferiscono le aziende che hanno una maggiore attenzione all’inclusività, che sono attente al benessere psicofisico e sociale dei lavoratori (conosciuto come benessere organizzativo), che lavorano per obiettivi e non per numero di ore e che hanno un approccio più flessibile e umano. Insieme a questi fattori, è fondamentale tenere in considerazione anche il Purpose e la Work life integration.
Purpose aziendale
Il purpose è il cuore dell’azienda. È il motivo per cui esiste, l’elemento con cui riesce a differenziarsi e a portare valore sia ai suoi clienti, sia ai collaboratori e agli stakeholders.
Negli ultimi anni il purpose sta acquisendo sempre più importanza e definirlo e renderlo riconoscibile è indispensabile per una relazione sana tra azienda e lavoratori, per condividere la stessa visione e creare un clima di fiducia e di rispetto reciproco.
Dal work life balance alla work life integration
Se è vero che oggi i collaboratori non vivono più per lavorare, è anche vero che il lavoro è uno degli elementi centrali nell’identità della persona, che contribuisce alla considerazione di sé e degli altri (estrapolato dal saggio Tra resistenza e ri-esistenza. Educare al lavoro liquido nella società dell’incertezza di Sergio Bellantonio). Questo fa sì che le persone continuino ancora oggi a definirsi anche e soprattutto in base al proprio lavoro.
Fino a prima della pandemia, questa immedesimazione con il proprio lavoro si traduceva nella ricerca del work life balance, ovvero l’equilibrio tra lavoro e vita privata, ma i cambiamenti degli ultimi anni stanno portando a superare il concetto di equilibrio, abbracciando quello di integrazione.
Cos’è la work life integration? Oggi non si parla più di lavoro e vita privata come due aspetti separati della nostra vita che devono coesistere in modo forzato, ma come due sfere che interagiscono tra loro, si vivono e si condividono. Questo rappresenta un cambiamento senza precedenti ed è chiaro che le aziende non possono rimanere indifferenti, anzi, in questo cambiamento hanno un ruolo fondamentale.
Cosa può fare l’azienda per favorire il benessere dei collaboratori
Nel saggio precedentemente citato si evidenzia anche:
“Secondo un approccio complesso ai problemi dell’educazione (Introduzione al pensiero complesso, Morin, 1993), tenere conto della complessità della temperie storica nella quale i soggetti si trovano ad essere immersi significa considerare il processo di formazione umana in senso ecologico”.
Per favorire il benessere quindi, le aziende non possono più ignorare il contesto in cui vivono i collaboratori. Devono invece abbracciarlo, per riuscire a interpretarlo e ad attuare modalità per accompagnare il cambiamento.
La chiave di tutto questo?
- Visione chiara dell’identità dell’azienda, del proprio scopo, dei valori;
- Ascolto degli effettivi bisogni delle persone, delle necessità, dei desideri;
- Flessibilità delle regole, specialmente per quanto riguarda luoghi, orari, ruoli, mansioni e contratti di lavoro;
- Sviluppo di nuove competenze. Lavorare su hard skills e soft skills permette ai collaboratori e ai manager di organizzare le attività in modo efficiente e relazionarsi meglio sul luogo di lavoro. Sono inoltre la consapevolezza delle proprie priorità, la responsabilità personale e la fiducia a sostenere l’attuazione di strategie che pongono a tutti gli effetti le persone al centro, ridisegnando in maniera netta la cultura del lavoro.
Solo in questo modo l’azienda può riconoscere e cogliere le nuove opportunità che il cambiamento propone, per essere più attrattiva per i nuovi talenti e per favorire un clima aziendale migliore.
Come si sta in azienda da te? Scoprilo con il mio questionario sul benessere aziendale!